Riconoscibile per il suo colore dorato con sottili sfumature olivastre, il Pecorino d’Abruzzo è il vino bianco italiano che risorge: il pecorino era quasi scomparso ma, grazie alla passione di un viticoltore marchigiano, ora incanta le papille gustative degli amanti del vino di tutto il mondo, essendo il bianco italiano più famoso anche negli USA.
Al naso un buon pecorino si riconosce dai suoi sentori di frutti tropicali, ma anche da note di miele ed erbe aromatiche, con un tocco di acidità.
Il pecorino – da non confondere con l’omonimo formaggio di pecora – è un’uva tipica delle Marche e dell’Abruzzo, del centro Italia. Secondo la leggenda, deve il suo nome alle pecore che pascolavano sulle colline della regione vicino alle vigne selvatiche, e che banchettavano con i suoi cereali.
La prima bottiglia in era moderna di Pecorino d’Abruzzo: 1990
Vittima della desertificazione delle campagne, il vitigno Pecorino sarebbe potuto scomparire senza la tenacia di Guido Cocci Grifoni che, all’inizio degli anni Ottanta, era l’unico a credere nelle sue potenzialità.
All’epoca, altre varietà locali, come il Trebbiano d’Abruzzo e la Malvasia, erano preferite per produrre vini da tavola distribuiti dalle cooperative della regione. Il pecorino infatti non è un vitigno generoso e, a quei tempi, fare volume era importante perché i viticoltori avevano bisogno di soldi per mandare avanti le proprie attività agricole ed industriali.
Così questo piccolo produttore locale ha avuto un’intuizione geniale: acquistare un piccolo appezzamento di Pecorino da un vignaiolo di 80 anni, a 1.000 m di altitudine, il quale gli permetterà di realizzare il suo sogno. Dopo qualche sperimentazione, la prima bottiglia di Pecorino, frutto della vendemmia 1990, viene venduta come modesto vino da tavola.
A poco a poco, la qualità dei vini da egli prodotta ha cominciato ad essere conosciuta e riconosciuta e, nel 2001, il pecorino prodotto ad Offida ha ottenuto una denominazione di origine controllata (DOC). Dieci anni dopo, è la consacrazione con il passaggio in DOCG (denominazione di origine controllata e garantita), alla stregua di un Chianti Classico o di un Barolo.
Anche se il Pecorino è stato riproposto dalla famiglia Cocci Grifoni nelle Marche, è ora nel vicino Abruzzo che si fa la maggior parte della produzione.
Pecorino d’Abruzzo: caratteristiche e scheda tecnica
Le caratteristiche organolettiche del vino prodotto da uve dell’omonimo vitigno dipendono molto, ovviamente, dal suolo su cui sono impiantate le vigne e dai metodi di vinificazione e affinamento.
A causa della sua crescente popolarità, oggigiorno ci sono molte tipologie di vino Pecorino in commercio, ma molti difficilmente ricordano la varietà originale. Il pecorino è una varietà di montagna che ama le pendenze più alte. Per la sua crescente richiesta oggi viene coltivato anche in pianura con risultati inferiori qualitativamente. Quindi devi essere cauto e controllare il livello di ubicazione dei vigneti sin dall’etichetta della bottiglia, per essere certo di avere una qualità eccellente di Pecorino.
Varietà a maturazione precoce che accumula facilmente zuccheri, questo vino è molto alcolico a causa dell’elevato livello di glucosio presente nei suoi acini che – fermentando – donano un crescente tasso alcolemico, ma anche un vino fresco, perfetto in associazione con i fritti e i classici antipasti da aperitivo, è il vino preferito per le pause in spiaggia.
Lo spettro olfattivo varia dal fruttato al vegetale e all’erbaceo offrendo aromi e sapori di salvia, fico verde e melone invernale. Riesce a garantire una duratura persistenza olfatto-gustativa.
Pecorino d’Abruzzo: i migliori abbinamenti con i cibi
Da sempre considerato un must have l’abbinamento tra vino bianco ghiacciato e pietanze a base di pesce, il Pecorino d’Abruzzo – grazie alla sua corposità e all’elevato tenore alcolico che contribuisce a pulire il palato dai grassi rilasciati dal pasto – non delude le aspettative, anzi appare perfetto anche in preparazioni più elaborate e di alta cucina.
Ma la vera novità di questa uva autoctona abruzzese, è che è una delle varietà più calde in Italia in questo momento e produce un bianco ricco, cremoso e più saturo rispetto agli altri, che è resistente e perfettamente sposabile anche con carne e pollame. Come se fosse un perfetto rosso.